Il progetto MMT

Abstract

Il Progetto, (Mind Management Training), ideato dal Direttore scientifico della Scuola Campana di Neuropsicologia, Dr. Michele Lepore (Project Manager), e cofinanziato (per oltre 160.000 euro) dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile, nell’ambito dell’Avviso “Giovani per il Sociale”, è stato attuato dalla Scuola Campana di Neuropsicologia da ottobre 2015 ad aprile 2018, estendendosi lungo due anni scolastici (2015-2016 e 2016-2017). Esso si è posto come obiettivo principale il potenziamento, attraverso un training abilitativo, delle “funzioni esecutive”, un insieme di capacità cognitive cruciali per l’organizzazione, l’ottimizzazione ed il monitoraggio del funzionamento mentale, allo scopo di compensare lo svantaggio culturale di alcuni studenti a rischio di abbandono scolastico e di comportamenti antisociali, coinvolgendo attivamente le famiglie ed il corpo scolastico. Nei laboratori sono stati coinvolti 71 adolescenti di tre scuole secondarie di Napoli.

 

Descrizione del Progetto

 Lo studio dei comportamenti devianti in adolescenza necessita di un punto di vista processuale e dinamico che tenga conto delle caratteristiche temperamentali, cognitive, psicologiche, relazionali e sociali specifiche di questa fase di sviluppo. Numerosi sono i fattori di rischio o, all’opposto, protettivi, che favoriscono l’adattamento modulando l’effetto dei primi. Ad esempio, fattori di rischio possono essere il basso livello socio-culturale di appartenenza oppure la presenza, in famiglia, di esempi di comportamenti devianti oppure un legame di attaccamento tra genitori e figli di tipo disorganizzato, mentre tra i fattori protettivi vi sono la presenza di un supporto emotivo in famiglia ed un’educazione improntata alla comprensione dei propri stati interni, un attento monitoraggio da parte dei genitori, buone risorse cognitive

Il progetto MMT si basa su un’idea semplice

Tra i diversi fattori, sociologici, economici, culturali, familiari e relazionali che possono produrre comportamenti devianti ed a rischio negli adolescenti, quelli cognitivi rappresentano una sorta di via finale comune. Infatti, il comportamento viene preceduto da un’elaborazione cognitiva, influenzata dalle variabili citate, i cui risultati determinano, in ultima analisi, le condotte. La pianificazione, la valutazione delle alternative implicate in una decisione, la rappresentazione delle conseguenze di un’azione, l’inibizione di risposte inadeguate, la flessibilità, il differimento della gratificazione sono tra le variabili cognitive che possono facilitare o, al contrario, inibire una condotta inadeguata e rischiosa.

Tali funzioni sono conosciute in psicologia come funzioni esecutive o “frontali” (poiché localizzate nella porzione anteriore della corteccia cerebrale). Esse si sviluppano relativamente tardi nel corso della maturazione cerebrale e rappresentano nell’adolescente uno dei motivi di vulnerabilità decisionale e comportamentale. Le funzioni esecutive possono essere danneggiate nell’adulto da un danno cerebrale (ad es. ictus, trauma cranico, processi degenerativi ed altro), ma, anche in assenza di esso, tali funzioni possono essere scarsamente sviluppate a causa di uno scarso addestramento culturale al loro utilizzo, che è più frequente nelle famiglie con svantaggio economico e/o culturale. Questa condizione può concorrere, unitamente agli altri fattori citati, ad una maggiore vulnerabilità a cedere a comportamenti rischiosi o devianti.

L’idea, semplice, alla base del progetto MMT, è stata di esercitare direttamente tali funzioni negli adolescenti svantaggiati (allo scopo di attrezzarli con una maggiore abilità a riflettere sulle proprie scelte), mutuando metodi e tecniche dalla riabilitazione neuropsicologica di quelle stesse funzioni nei soggetti con danno cerebrale. Infatti, se in soggetti cerebrolesi il deficit è determinato da un danno strutturale, organico, difficile da recuperare con interventi riabilitativi, negli adolescenti presi in considerazione il deficit è funzionale, in assenza di danni organici, e prodotto, piuttosto, dalla scarsa valorizzazione culturale e, quindi, insufficiente esercizio di tali funzioni. In tal caso, interventi di abilitazione psicoeducativa sono sicuramente più praticabili che in ambito neuro-riabilitativo.

 

Soggetti

I soggetti destinatari dell’intervento, in totale, sono stati 71 studenti tra i 14 ed i 19 anni frequentanti le classi I° e II° delle Scuole Secondarie di secondo grado (10 studenti o più per ogni Istituto Scolastico). Tra questi sono stati selezionati 53 soggetti a rischio di dispersione scolastica e con comportamenti antisociali e 18 soggetti che costituivano il gruppo di controllo (che non manifestavano tali comportamenti) per permettere di valutare l’efficacia del trattamento e per sostenere l’accettabilità sociale del programma. Il campione di soggetti a rischio è stato selezionato dal corpo docente in base a criteri di inclusione che comprendevano voti scolastici insufficienti e voti in condotta insufficiente, ridotta frequenza scolastica, presenza di sospensioni o note disciplinari. Il criterio di esclusione è stato la fruizione del sostegno scolastico (Legge 104/92) o l’inclusione in un percorso didattico personalizzato o nella categoria dei BES. Il gruppo di controllo è stato selezionato in base criteri di inclusione tra cui buoni voti scolastici e buona condotta, regolare frequenza scolastica e assenza di sospensioni o note disciplinari.

 

Risultati

Il progetto è stato attuato, infine, con un’attenzione al controllo dei risultati che si è avvalso di una metodologia rigorosa, mutuata dall’ambito della ricerca psicologica e utilizzata in ambito applicativo, di intervento sociale. Ciò ha permesso di verificare i risultati diretti del training (gli effetti sulle funzioni cognitive) e sulle variabili di output più direttamente controllabili (assenze scolastiche, note disciplinari), considerato che i risultati sulle variabili macroscopiche (sociologiche) sono difficilmente apprezzabili nel breve periodo concesso allo svolgimento del progetto.

[IN COSTRUZIONE]

Istituti coinvolti

 

Laboratori

[IN COSTRUZIONE]

 

Teacher e Parent Training

Gli esercizi abilitativi sono stati affiancati da interventi informativi e formativi sul corpo docente e sui familiari, allo scopo di incrementare la conoscenza del funzionamento cognitivo-comportamentale e, quindi, le possibilità di gestione dei comportamenti problematici.

 

Ringraziamenti

Si ringraziano: i Dirigenti scolastici, il personale e gli studenti degli Istituti Superiori di Napoli coinvolti, lo Sportello Progettazione “Metis” dell’Ordine degli Psicologi della Campania, il Consiglio direttivo della SCNp (Katia Celentano, Maria Carmela Orefice, Alberto Donatello di Crosta, Francesca Cimmino), Annamaria Bruno per il prezioso contributo organizzativo, il personale del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile per il tutoraggio ed i preziosi consigli.

Operatori (vedi foto incontro Rendicontazione I anno – Avellino – Hotel de la Ville)

Coordinamento: Michele Lepore (Project Management), Katia Celentano (coordinamento tecnico-scientifico), Maria Carmela Orefice (coordinamento tecnico-operativo e monitoraggio), Francesca Cimmino (coordinamento attività di diffusione), Alberto Donatello di Crosta (gestione delle risorse)

Valutazioni cognitive pre/post training: Gennaro Caso, Teresa Ferrantino, Caterina Francone, Ivana Molino

Training abilitativo: Claudia Cecere, Marianna Giordano, Mario La Corte, Lucrezia Langella, Rossella Lepore, Rossella Nutile, Miriam Petrillo, Federica Romano, Virginia Valentino

Parent e Teacher Training: Camilla Barba, Anna Borrelli e Maria Cimmino

Musicoterapia: Agostino Borroso, Rosalba Iervolino, Tarsia Napolitano, Oscar Pisanti, Alessandra Ruggiero, Emanuele Scognamiglio

Editing scientifico: Virginia Valentino (coord.) e Federica De Cristofano

Web content e Social media management: Carmen De Vito

Analisi dei dati: Domenico Trezza

Documentazione cinematografica: Paola Bruno

Catalogazione e archiviazione: Jessica Guerriero